Iran- I 35 anni della Rivoluzione khomeinista
Sono scesi in piazza in migliaia, con cortei organizzati accompagnati da un appello alla massiccia partecipazione. L’Iran ha fatto vedere al suo popolo e al mondo che ha celebrato con orgoglio l’anniversario della sua rivoluzione islamica, quest’anno il trentacinquesimo.
L’alba dei dieci giorni
Dal governo e dagli ayatollah è arrivata al popolo iraniano una richiesta unanime: “un forte sostegno ai diritti nazionali” nel campo della ”politica e diplomazia”, in un Paese che Hassan Rohani – il presidente riformista – ha definito ”pioniere della democrazia”. Il presidente ha sottolineato che la cosiddetta ”alba dei dieci giorni” – come viene definito il periodo fra il primo febbraio 1979 (ritorno dell’imam Khomeini dall’esilio parigino) e l’ 11 febbraio di quell’anno (vittoria della Rivoluzione) – pose fine al ”dispotismo in Iran”. Nel Paese è stata festa per quattro giorni: mentre i civili si preparavano a un lungo ponte, il governo ha annunciato i test di due nuovi missili, uno balistico con testate a frammentazione e uno a guida laser.
I rapporti con l’estero
Intanto, mentre il Paese annuncia di essere pronto a negoziare sul nucleare, permane il sospetto nei confronti degli Stati Uniti, visto da una parte dell’Iran come nemico storico. E’ quel pezzo di Stato che fa riferimento ai pasdaran e alla Guida suprema, Ali Khamenei, che avverte: “Se potessero, gli Stati Uniti rovescerebbero il governo iraniano. Dicono di non farlo, ma è una bugia. Se potessero, non esiterebbero un istante”. L’occasione di mediare tra le ansie dei Guardiani della Rivoluzione, insofferenti verso il nuovo presidente, e le posizioni dei riformisti che guardano con Speranza a Rohani, la Guida Suprema l’ha colta approfittando dell’anniversario della rivoluzione.
Cronostoria
1979:
16 gennaio: lo Shah abbandona l’Iran in rivoluzione e si rifugia in Egitto. Il presidente Usa Jimmy Carter si dichiara pronto a dargli ospitalità negli Stati Uniti ma anche a mantenere buone relazioni con la nuova dirigenza iraniana.
Febbraio: l’ayatollah Khomeini rientra in Iran, accolto dalla folla rivoluzionaria, e invoca l’espulsione di tutti gli stranieri. “Chiedo a Dio di tagliare le mani di tutti gli stranieri e dei loro aiutanti”. Gli Usa rimpatriano 1350 cittadini americani.
Marzo: nasce la Repubblica Islamica
4 novembre: una folla di rivoluzionari assalta l’ambasciata statunitense a Teheran prendendo in ostaggio i suoi funzionari e chiedendo, per il loro rilascio, la consegna dello shah Reza Pahlavi che, nel frattempo, aveva ricevuto ospitalità negli Usa dove era in cura per il trattamento di una patologia tumorale.
11 novembre: il presidente Usa Jimmy Carter ordina la sospensione delle importazioni di petrolio dall’Iran, dichiarando di non essere disponibile a consegnare l’ex shah.
19 novembre: l’Iran rilascia 10 ostaggi, 4 donne e 6 uomini di colore. Il rilascio viene presentato dall’Iran come la dimostrazione del fatto che la Repubblica Islamica tutela le donne e le minoranze.
1980:
24 aprile: un tentativo di salvataggio degli ostaggi da parte statunitense fallisce e causa la morte, in un incidente, di otto soldati statunitensi impegnati nell’operazione.
27 luglio: lo shah Reza Pahlavi muore in Egitto. Khomeini chiede che tutti i suoi beni vengano riconsegnati all’Iran.
21 settembre: scoppia la guerra Iran-Iraq.
1981: Poco prima dell’inizio del primo mandato presidenziale di Ronald Reagan, Stati Uniti e Iran raggiungono un accordo che prevede il rilascio degli ostaggi in cambio dello sblocco dei beni e delle proprietà iraniane detenute negli Stati Uniti. Il 21 gennaio, dopo 444 giorni di prigionia, gli ostaggi vengono rilasciati.
1986: Diventa di pubblico dominio lo scandalo Iran-Contras. Durante l’amministrazione Reagan, gli Stati Uniti hanno venduto armi all’Iran nonostante il paese fosse soggetto a embargo. Con i proventi della vendita delle armi, Washington avrebbe finanziato la guerriglia Contras che combatteva contro il governo di Ortega in Nicaragua.
1987: gli Usa intervengono nella guerra Iran-Iraq a protezione delle navi petroliere arabe.
1988: in rappresaglia per l’attacco iraniano alla nave statunitense Samuel B. Roberts, subito nel 1984, gli Usa distruggono due piattaforme petrolifere e dei navi iraniane. Nello stesso anno, l’incrociatore statunitense Vincennes colpisce accidentalmente un volo dell’Iran Air; tutti i 290 passengeri muoiono nell’incidente.
1991: l’Iran si offre come mediatore tra Stati Uniti e Iraq nella prima guerra del Golfo. Entrambi i paesi rifiutano l’offerta iraniana.
1995: il presidente iraniano Hashemi Rafsanjani concede alla compagnia petrolifera americana Conoco i diritti per l’estrazione di petrolio offshore al largo delle coste iraniane. Il presidente statunitense Bill Clinton risponde con l’Iran and Libya Sanctions Act, imponendo una prima serie di sanzioni a Teheran.
1998: il presidente iraniano Mohammad Khatami, intervistato per Cnn da Christiane Amanpour, auspica l’avvio di un “dialogo tra civiltà”.
2001: all’indomani dell’attacco alle torri gemelle di New York, l’Iran esprime la propria solidarietà agli Usa e apre il proprio spazio aereo ai velivoli americani diretti in Afghanistan. Teheran ha inoltre un ruolo di primo piano nei colloqui di Bonn, dove il negoziatore Mohammad Javad Zarif (attuale ministro degli Esteri) ricopre un ruolo di mediazione tra l’alleanza del nord e la componente pashtun afghana, favorendo il processo di transizione politica nel paese.
2003: il presidente iraniano Mohammad Khatami propone agli Stati Uniti un “Grand bargain”, offrendosi di negoziare sulle principali questioni, incluso il riconoscimento dei confini di Israele pre-guerra dei 6 giorni, e la riduzione del sostegno a Hamas e Islamic Jihad. La proposta venne però rifiutata dall’amministrazione Bush.
2007: Prende avvio il programma di cyber war contro l’Iran, nome in codice “Olympic Games”. Stati Uniti e Israele collaborano nella predisposizione di un virus informatico con il quale “infettare” le centrali nucleari iraniane.
2008: Il virus informatico predisposto da Usa e Israele “infetta” il sistema di controllo della centrale di Natanz, causando danni alle centrifughe.
2009: l’Iran arresta tre escursionisti americani, accusati di aver varcato illegalmente il confine con l’Iraq. I tre escursionisti sono accusati di spionaggio. I tre vengono rilasciati l’anno successivo.
2010: parte del virus informatico lanciato da Usa e Israele contro la centrale iraniana di Natanz “sfugge” e contagia la rete. Stuxnet, questo il nome del virus, diventa di dominio pubblico.
2011: Un gruppo di studenti iraniani assalta l’ambasciata britannica a Teheran. L’attacco avviene il giorno dopo che il governo iraniano ha varato una legge per declassare le relazioni con il Regno Unito, in risposta al varo di sanzioni contro le banche iraniane da parte di Londra.
25-26 settembre 2013: Nel suo intervento alla prima giornata del General Debate all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il presidente Hassan Rohani dichiara che “l’Iran è pronto ad avviare un negoziato immediato sul dossier nucleare ed è interessato a un accordo-quadro con gli Stati Uniti“. Intanto a margine dell’AG, si è svolto un atteso incontro tra i ministri degli Esteri del gruppo 5+1 (i membri permanenti al Consiglio di Sicurezza più la Germania) e il capo della diplomazia iraniana Mohammad Javad Zarif.
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