Culti e divinità dell’antico Egitto

Centri religiosi egitto

Culti e divinità dell’antico Egitto

La religione dell’antico Egitto, così come appare dai numerosi e ricchissimi monumenti lasciati da questa straordinaria civiltà comprende continaia di divinità che fanno parte di un complesso sistema teologico frutto di una plurisecolare trasformazione.
Le origini delle diverse dottrine vanno ricondotte a tre maggiori centri religiosi dell’Antico Egitto: Eliopoli, situata nel Basso Egitto, ora corrispondente alla periferia nord del Cairo, Ermopoli, nel Medio Egitto, che oggi corrisponde a el-Ashmunein e Abido, nell’Alto Egitto, non lontata dall’antica Tebe, oggi Luxor.

I centri di culto

Eliopoli

Eliopoli (Ἡλίου πόλις – Heliopolis in greco) fu un’importante città dell’antico Egitto capitale del 13º distretto del Basso Egitto

Il sito si trova, attualmente, nella periferia del Cairo nei pressi del sobborgo detto el-Matariya.
Eliopoli era una delle più rilevanti località legate al culto solare da cui il nome greco, città del sole.

Il nome originale era

V36 V9
O49
Eliopoli
in geroglifico

talvolta reso in greco come Ὁν (On) ed in ebraico come ˀÔn oppure ˀĀwen.

Eliopoli (dal nome greco che significa: “città del sole”) che corrisponde al toponimo egiziano Innu eindicato nei libri della Bibbia con l’ebraico On è il centro in cui tra il Neolitico e l’età del Bronzo ha iniziato a formarsi una religione basata sul culto del dio Sole. Questa divinità essenziale per tutta la civiltà egizia è stata rappresentata con diverse forme, tutte riferite al tema del ciclo solare. L’antica religione ricorreva all’immagine del viaggio compiuto dal dio-sole attraverso il giorno, sulla sua barca sacra, per combattere le divinità infernali durante la notte. Dopo il combattimento contro i demoni nel mondo delle tenebre, il sole vittorioso poteva risorgere. Le forze negative e i pericoli notturni sono spesso rappresentati da Apopi, il serpente che rappresenta il disordine cosmico.
Il sorgere del sole assumeva le sembianze di Khepri, con la testa di scarabeo nero. Il sole a mezzogiorno era visto nella fase del suo massimo splendore e identificato nella potentissima figura del dio Ra, con la testa di falco.  Il tramonto si manifestava con il dio Atum, il “Creatore” da cui aveva origine l’universo, capo di tutte le divinità. Da Atum discendono tutti gli altri dei. Dal figlio di Atum Shu, dio dell’aria e dalla dea Tefnut, l’umidità, si generano la dea del cielo Nut, spesso rappresentata alata, e il dio della terra Geb. Secondo la cosmogonia eliopolitana, Shu separa la terra da cielo. Dall’unione di Nut e Ged si originano due coppie, che secondo un antico mito egizio sono contrapposte. Si tratta degli dei Isi e Osiri e della coppia Seth e Nefti. Secondo il mito, Osiri, ucciso dal fratello Seth, viene fatto risorgere dalla sposa Isi.

Altre divinità della teologia cosmologica elaborata a Eliopoli sono create dalla fusione o assimilazione tra diversi dei o sono riferiti a particolari caratteristiche. Ad esempio la dea Hathor,  rappresentata sia nelle sembianze di una donna, sia in quelle di vacca sacra, è una delle forme di Nut e di Isi, ma è anche assimilata all’occhio di Ra, per il suo ruolo di divinità protettrice.
La religione eliopolitana si è sviluppata in tutto l’Egitto eed ha influenzato anche altre civiltà. Ad esempio il mito della fenice, elaborato da Erodoto è derivato dall’immaggine dell’uccello-benu, l’anima che rinasce dopo la morte per assimilarsi a Ra.

Ermopoli (el-Ashmuneyn- Mallawi)

Ermopoli (Hermopolis Magna in latino) è il nome attribuito dagli storici greci alla località egizia di Khnum, capitale del 15º distretto dell’Alto Egitto che si trovava sulla riva occidentale del Nilo.

La località è stata anche conosciuta con i nomi di Hermopolis Megale (Ἑρμοῦ πόλις μεγάλη – Stefano di Bisanzio); Hermupolis (Itinerario antoniano); Mercurii Oppidum (Plinio il Vecchio).

In scrittura egizia il nome risulta essere:

N17
N17
N17
N17
N17
N17
N17
N17
W24 w O49

ḫmnw – gli otto

Il nome attuale del sito di Khemnu è el-Ashmuneyn nei pressi della città di Mallawi, nel governatorato di Al-Minya.

Nel centro religioso di Ermopoli, chiamata Khemn (Khemenu) dagli Egizi, viene elaborato il culto di Thot, dio lunare, protettore della scienza e della magia, messaggero degli dei e inventore della scrittura. Spesso rappresentato come uno scriba e con la testa di ibis. Anche in questo caso si tratta di un culto che avuto larga diffusione anche oltre i confini dell’Egitto, da Thot deriva la divinità greca di Hermes.
Thot è lo sposo di Maat, figlia di Ra, dea dell’ordine universale, spesso rappresentata insieme a lui. Secondo la dottrina Ermopolitana la creazione del mondo è dovuta a quattro coppie di divinità, riferite a quattro concetti principali. L’acqua primordiale era impersonata da Nun e Nunet. La coppia Heh ed Hehet rappresentavano l’infinito. Amon e Amonet erano i misteriosi dei dell’inconoscibile. Kek e Keket erano le divinità delle tenebre. In questa religione era data anche una particolare importanza ai numeri, considerati sacri. Il quattro, ad esempio era simbolo della totalità.

Abido (Luxor)

Abydos (Abido) è una delle più antiche città dell’Alto Egitto. Si trova a circa 11 km ad Ovest del Nilo ad una latitudine di 26º 10′ N.
Il nome originale è Abdu che significa collina del tempio, in quanto la tradizione vuole che vi fosse conservata la testa di Osiride. Abydos, assieme ad Eliopoli è stata una delle due città sante dell’antico Egitto.

S42 D58 N26
O49

Ab Dw Abdu,

il segno

O49

è il determinativo che indica città.

Per assonanza i greci chiamarono la città Abydos come la sua omonima posta sull’Ellesponto. Il moderno nome arabo è Arabet el Madfuneh.

Dai ritrovamenti e dagli studi archeologici, Abido risulta essere già un centro abitato in età predinastica e assume maggiore importanza nel periodo protodinastico, poichè viene scelto per le sepolture dei faraoni delle prime due dinastie. Forse per derivazione della divinità locale protettrice delle necropoli diventò il centro religioso in cui venne elaborato il culto di Osiri, dio dell’aldilà.
La figura di Osiri conmincia a definirsi intorno alla V dinastia. Dapprima identificato con la divinità del delta del Nilo, in seguito tende ad assimilarsi a Ra, fini a rappresentare la divinità solare nel momento del suo passaggio nel mondo delle tenebre.

Le divinità

La religione egizia presenta numerose varianti sia negli Dei che nei loro nomi a seconda del centro religioso considerato. Inoltre, spesso la stessa divinità viene rappresentata in forme diverse e agli Dei principali se ne affiancano molti altri minori con culti locali. Qui seguiremo principalmente la tradizione eliopolitana (di Memphis), che è anche la più nota e diffusa. Da notare che, nell’iconografia classica, gli Dei con caratteri maschili, con l’eccezione di Osiris e di Ptah, portavano, inserita nella cintura, una coda di toro come simbolo di potenza. Venivano poi rappresentati con un simbolo particolare sopra il capo che consentiva di identificarli e riconoscerli.

AMON

Dio il cui nome significa ” il nascosto ” è una divinità molto antica con caratteristiche guerriere. A partire dal Medio Regno diventa la principale divinità di Tebe,e, in sincretismo con il Dio Ra, prende il nome di Amon-Ra e le caratteristiche di Dio creatore. E’ lo sposo di Mut ed il padre di Konshu, formando con queste divinità la triade tebana. 

ATUM

Il principale Dio egizio, creatore del mondo e padre di tutti gli Dei. Ebbe origine dal “Nun”, il brodo primordiale in cui già esisteva come spirito, ma divenne realtà solo quando Ptah (che quindi evidentemente già esisteva!) ne pronunciò il nome (qui è interessante un parallelo con il Vangelo di Giovanni che inizia:” In principio era il Verbo, nel Verbo era Dio e il Verbo si fece Dio”).Venerato anche e principalmente sotto il nome e la forma di:

RA

Il disco solare nascente, viene anche raffigurato con la forma di un falco. Da qui, ATUM-RA o, più semplicemente, solo RA. Per autogenerazione, Atum-Ra diede vita a due figli: Tefnut e Shu.

TEFNUT

Rappresentata con la testa di leonessa, impersonifica la sostanza umida. Una tradizione riporta che, avendo litigato col padre, fuggì in Nubia e ritornò solo grazie all’intercessione di Thot.

SHU e NUT

Il Dio dell’aria, porta sul capo una piuma di struzzo, che costituisce anche il geroglifico del suo nome.
Con Tefnut, sposa-sorella, generò il cielo (Nut) e la terra (Geb) e viene raffigurato mentre sostiene la volta celeste separandola dal fratello come simbologia dell’aria tra la terra ed il cielo…Dea del cielo e, in generale, di tutti i corpi celesti, viene immaginata come un corpo di donna, dal seno procace e pieno di stelle, curvo a semicerchio sopra la terra e sostenuta dal padre Shu.

E’ la terra sulla quale vivono gli uomini e gli animali. Rappresentato con figura maschile, porta sul capo un’oca che è anche il simbolo geroglifico del suo nome. Dall’unione tra Geb e Nut, nascono quattro figli: Osiris, Isis, Set e Nefti che si sposano tra loro, formando le coppie Osiris-Isis e Set-Nefti.

OSIRIS

Figlio prediletto di Geb, a lui venne affidato il regno della terra. Assassinato dall’invidioso fratello Set che ne sparse le membra nel Nilo, venne ricomposto nel corpo dalla sposa-sorella Isis. Da allora è il signore dell’Oltretomba e viene perciò raffigurato con i simboli del potere faraonico (pastorale e flagello) avvolto nel sudario e con un colore verdastro.

Osiride, Anubi e Horus dipinti nella tomba KV57 di Haremhab.

Osiride, Anubi e Horus dipinti nella tomba KV57 di Haremhab.

ISIS

Oltre che protettrice dell’unione familiare, è anche la Dea della magia. Porta sul capo il simbolo di una scala. Ricomposto che ebbe il corpo del suo sposo (al quale però mancava il fallo, sostituito con un elemento in legno) riuscì ad avere lo stesso da lui un figlio: Horus.

SET

Rappresentato con la testa di un animale non identificabile, è il Dio cattivo e terribile fratricida.
Viene considerato il Dio del deserto e dei popoli stranieri. Nel periodo del Nuovo Regno, diventa il protettore dell’esercito.

NEFTI

Sposa di Set, lo abbandonò dopo il fratricidio. Protettrice del focolare domestico, porta sul capo il disegno di un fornello. Ebbe un figlio, Anubis, che però forse non era stato generato da Set, bensì da Osiris…—Con questi nove Dei, dato che Atun e Ra sono due nomi dello stesso Dio, si conclude quella che viene chiamata l’Enneade Eliopolitana, alla quale verrà poi aggiunto Horus.

HORUS

Vendicatore del padre, sconfisse Set che venne risparmiato solo per intercessione di Isis. Quindi, è il simbolo della potenza vincitrice e perciò anche associato alle titolazioni faraoniche. Adorato in tutto l’Egitto, sia come bambino sia come adulto, assume vari nomi particolari a seconda delle varie località. Come Ra-Harakhte viene addirittura identificato con Ra. Ebbe quattro figli che danno il loro nome ai vasi canopi: Amset, Hapi, Duamutef e Qebehsenuf.

MAAT

Emanazione di Ra, simboleggia l’ordine universale del creato, l’opposizione al caos, l’etica, la morale e la giustizia. La piuma che porta sul capo è il contrappeso al cuore del defunto sulla bilancia di fronte al tribunale degli Dei.

HATHOR

La dea vacca. Si dice che, in questa forma sia una delle più antiche e che il suo culto provenga dal Sud. Poi, il mito riporta che quando Isis intercesse con Horus per salvare la vita di Set, ormai sconfitto, questi, in un impeto d’ira, tagliò la testa alla madre. Ma Ptah, che era presente, la sostituì prontamente e provvisoriamente con una di vacca. Da allora, Isis viene anche adorata come Hathor, portando sul capo due corna che circondano il disco solare.

PTAH

E’ il Dio della conoscenza e del sapere. Dal nome Het-Ka-Ptah (il tempio dell’anima di Ptah), che da Memphis si estese a tutta la valle del Nilo, deriva l’attuale nome dell’Egitto, in origine solo Khemet, la terra nera. Viene raffigurato avvolto in un sudario aderente, con la testa rasata e due avambraccia che spuntano dallo stomaco a reggere un particolare bastone. Probabilmente, dato che fu lui a pronunciare il nome di Atun rendendolo reale, si tratta della personificazione di un concetto astratto, fuori dal tempo.

THOT

In egizio Djehuty, è l’ inventore dei geroglifici, Dio della scrittura e quindi anche degli scribi. E’ lui che teneva nota di tutto ciò che avveniva e che registrava le sentenze divine. Ottenne dalla Luna cinque giorni in più per completare l’anno in 365 giorni. Viene raffigurato con la testa di Ibis, poiché questo uccello compie salti di esattamente 4 palmi e Thot è anche il dio della misura. Talvolta, era rappresentato anche con la testa di babbuino, animale che spesso tiene appoggiata la fronte al pugno, comunicando un’immagine di saggezza.

ANUBIS

Rappresentato in forma di sciacallo, aiutò Isis a ritrovare i resti del corpo di Osiris. Di quest’ultimo divenne il compagno fedele nel Regno dei Morti. Sempre presente nei giudizi del Tribunale dell’Oltretomba, accompagna per mano lo spirito dei defunti nel Duat.

BASTET

La Dea gatta. Di origini molto antiche e, talvolta, assimilata alla feroce Sekhmet, la Dea leonessa. All’inizio era una gatta selvatica, il gatto del deserto che tuttora esiste, e portava un anello all’orecchio. Con la XXII Dinastia libica, perse le sue caratteristiche di ferocia, diventando la Dea della gioia e a lei venne addirittura dedicata la nuova capitale dell’Egitto, Bubasti.

BES

Dio nano e deforme è l’unico ad essere rappresentato sempre frontalmente mentre mostra la lingua. Protegge la casa dagli spiriti maligni e, assieme ad Hathor, è il Dio della musica e dei musicisti. Per le sue doti protettive, veniva spesso raffigurato sulle suppellettili all’interno delle abitazioni e nei “mammisi”, dato che veniva venerato anche come tutore delle gestanti e della quiete familiare.

MUT

Il suo nome significa “madre”, delle quali è quindi la protettrice. Assume particolare importanza nel Nuovo Regno, come controparte femminile di Ammon-Ra di Uaset (Tebe). Assieme a lui ed a Khons, forma la Triade di Tebe. Viene anche adorata come raddrizzatrice dei torti..

KHONS

Figlio di Ammon-Ra e di Mut, il suo nome significa “viaggiatore”, probabilmente come riferimento al corso della Luna della quale costituisce la divinità. Una falce di Luna è infatti raffigurata, assieme al disco solare, sopra il suo capo.

KHNUM

Con testa di caprone e lunghe corna, Khnum era il principale Dio dell’Alto Egitto con un Tempio nell’isola di Elefantina. Da lui dipendevano le piene del Nilo, ma, soprattutto era il “vasaio” che aveva modellato sul suo tornio il genere umano e dato loro la vita. Forma una Triade con la sua sposa..

SATET

che porta la corona dell’Alto Egitto con due corna di gazzella, animale da lei protetto, che era venerata come custode, con il suo arco, dei confini meridionali del Paese, e con la figlia (o altra moglie).

ANUKET

raffigurata con uno strano copricapo di piume di struzzo, forse tipico della Nubia.

SOBEK

Il Dio coccodrillo adorato a Kom Ombo, dove sono stati trovati moltissimi coccodrilli mummificati. Il suo nome significa “che veglia su di te” Quindi, protettore contro le avversità ed i torti ed anche con capacità di guaritore.
Il Tempio di Kom Ombo, infatti, era diviso in due sezioni: una dedicata al culto e l’altra alla cura dei malati. I Greci lo chiamarono Suchos.

HAROERIS

E’ un’altra personificazione di Horus nella sua prima forma. Era il Dio della luce. I suoi occhi rappresentavano uno il Sole, l’altro la Luna. Assieme ad Hathor ed a Sobek, costituisce la Triade di Kom Ombo.

HAPI

Dio che personifica il Nilo, che, per gli Egizi, aveva proprio questo nome ed aveva origine tra File ed Elefantina. Nilo è la corruzione greca del fonema egizio “nwy” che significa acqua. Hapi è raffigurato in colore azzurro o verde, con lunghe mammelle, simbolo del dare nutrimento, mentre versa dell’acqua. Però, in effetti, per gli Egizi, gli Dei Hapi erano due: uno per l’alto Egitto, chiamato Hap-Meht e con un copricapo di piante di papiro, ed uno per il Basso Egitto (come quello qui raffigurato) chiamato Hap-Reset che, invece, portava sul capo dei fiori di loto. Vengono spesso raffigurati insieme mentre, con delle corde, intrecciano il simbolo dell’unione delle due terre: il “sematawi”.

TAURET

Originaria del Basso Egitto, è una divinità di origini pre-dinastiche. Rappresentata in forma di ippopotamo con abbondanti mammelle pendenti e con una pelle di coccodrillo sulla schiena, appoggia la mano sul “Sa”, simbolo del salvagente di giunco usato sul Nilo. E’ la protettrice delle gestanti, dell’allattamento e dell’infanzia.

NEITH

Adorata nel Basso Egitto, la corona rossa sembra si debba proprio a lei, ed in particolare a Sais, è una Dea guerriera e viene raffigurata con arco e frecce. In seguito, verrà accomunata a Satet, sposa di Khnum (vedi sopra) e porterà ambedue le corone. Anch’essa è una divinità molto antica. I Greci la assimileranno ad Atena ed i Romani a Diana.

HARPOKRATE

In egizio Heru-pa-Khered, rappresenta Horus bambino. Viene raffigurato sia in braccio alla madre Isis che lo allatta, sia come fanciullo con un dito sulla bocca che, in questo caso, non significa silenzio, ma è una derivazione del geroglifico “bambino”. In alcune steli esposte nei Templi, cavalca un coccodrillo e tiene in mano dei serpenti. L’acqua versata sopra le steli acquisiva poteri protettivi e taumaturgici.

SEKHMET

Raffigurata, come Tefnut, in forma di leonessa, è nota dai fin tempi più antichi come Sekhmet-Hethert. E’ la “femmina potente”, la “signora rossa” che rappresenta la forza inarrestabile della vendetta divina contro i nemici ed il potere della distruzione nei casi in cui la violenza si rende necessaria. Come distruttrice veniva anche invocata contro i dèmoni portatori di malattie e di pestilenze e proteggeva medici e chirurghi.

Bibliografia

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Tosi, Mario, Dizionario enciclopedico delle Divinità dell’Antico Egitto, Torino 2004.

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Categorie:D04- Egittologia - Egyptology

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